ARCHITETTURA DEL MUNDUS IMAGINALIS - Claudio CatalanoL'aspirazione a creare un’altra realtà raggiunge un obiettivo interessante nei paesaggi di Claudio Catalano. La sua arte cerca di costruire una realtà urbana, ma c'è il rischio di restare intrappolati in un mondo difficile da comunicare. Il suo lavoro si concentra sulla "raffigurazione", contribuendo a un dialogo innovativo tra architettura e rappresentazione. Catalano è un osservatore attento e delicato, capace di catturare la bellezza della vita in momenti sospesi, proprio quando tutto sembra fermarsi, prima che la vita riprenda il suo corso. Le sue opere riescono a rivelare la poesia della "vita silente", come se un fotogramma del quotidiano fosse rimasto bloccato. Le sue opere ci offrono uno sguardo sugli strati più profondi del suo pensiero, in cui la città viene esplorata attraverso le sue "aree patologiche", mostrando il “miracolo della vita urbana” attraverso edifici principalmente immaginari. Torri, porte, piramidi e labirinti diventano simboli immersi in atmosfere cariche di ricordi. La forma nelle sue opere non è solo materiale, ma rappresenta un’idea che prende vita attraverso simboli, a volte con la presenza di figure umane o animali. Ci chiediamo: come avrebbe potuto Catalano dare vita a un’architettura che trova significato solo attraverso la rappresentazione? La sua “pittura di architettura” affronta un tema complesso e affascinante. La sfida è trasformare un’idea soggettiva in un linguaggio oggettivo, diverso da quello di chi la crea. Catalano riesce a fantasticare con un’analisi lucida, unita a un forte sentimento e una straordinaria capacità di ricordare. A volte cita autori del passato, ma lo fa in modo veloce, richiamandoli in frammenti che non appaiono come una copia, ma come spunti che recupera qua e là. Questa tecnica conferisce alla sua poetica un fascino e un rischio: libera emozioni represse dalla cultura contemporanea, riporta alla luce valori considerati obsoleti, trasformandoli in fonti di ispirazione per un nuovo modo di percepire il tempo. Così, Catalano crea un mondo immaginario, un luogo di perfezione onirica che diventa quasi mitologico.
Mundus Imaginalis di Claudio Catalano Nel cuore di ogni anima esiste un luogo che non è né del sogno né della veglia. È un territorio sospeso, un giardino segreto che gli antichi chiamavano Mundus Imaginalis. Là, il tempo non scorre come in questo mondo, ma danza, si piega e si intreccia come un fiume d'acqua luminosa. Ogni passo su quel terreno evoca echi di altre vite, di memorie che non ci appartengono eppure ci sono sempre appartenute. Oltre la soglia invisibile si è accolti da una luce che non acceca, ma svela. Le cose appaiono come se fossero state sempre lì, attorno a noi, ma solo ora ne cogliamo il respiro profondo. In questo regno, ogni figura è simbolo, ogni visione è una porta aperta verso l'infinito. Una città dorata si innalza tra le nubi. Ogni cosa è in continuo mutamento, eppure tutto è eternamente sé stesso. Il Mundus Imaginalis è il luogo dove le domande si incontrano con le risposte, dove ogni sogno infranto trova il suo compimento, dove l’anima può riconciliarsi con la sua natura più profonda. Ma non tutti possono entrarvi; solo coloro che sanno vedere con gli occhi chiusi, coloro che sono disposti a perdersi per ritrovarsi. E così, nel profondo di noi stessi, questo regno ci chiama. È un richiamo sottile, come quello di una nota lontana in una notte d’inverno, una nota che sa di casa, di eternità. foto mostra Peppe Maisto |