CREDITO _ MASSA _ CULO - Hella Berenta cura di Nicoletta Di Blasi C’è da chiedersi, quale sia il viaggio di Hella Berent, quale magma, quale fuoco, quali colori vi siano, ancora, quale pressione, quale bolla, quale fuga, quale potenza, e insieme quale paesaggio, quale montagna, e quale visione. La linea di Hella Brent è turbolenta e sbuffante, inquieta, liquida, netta, decisa, in fuga appunto. I colori parimenti sgusciano via acidi, e densi, e affocati, e pallidi e vividi, e, nello stesso tempo, leggeri: è uomo che brucia, rosso e giallo, è troneggiare, boato, lingua di fuoco, liquerizia congelata, crepuscolo, cavalcata nel buio. È pietrame echeggiante, bruciato, è tufo grigio blu che emette un suono quasi metallico. È baraonda diabolica, puzzo di zolfo e colori incantevoli: verde, giallo, rosso, azzurro, un insieme di tonalità velenose, e, nel fondo del calderone, un inquietante grigio cenere, un fumo, ora più sottile ora più denso, che si sprigiona da tutte le crepe, avvolgendo tutto. È atmosfera d’inferno, è sole limpidissimo, è splendore del fuoco, è atmosfera purissima, è lava che sbocca. È mole cupa, terribile che si distrugge, si consuma, e che ha dichiarato guerra ad ogni bellezza della natura e dell’arte. È rumore continuo, eruzione di sassi e ceneri; è grandioso e cupo rumoreggiare di tuono, è profondità dell’abisso; è schioppettare di lapilli, è crepitare di ceneri, è ardore di torrente di fuoco, è scorie di ferro, è fiamme, è bollore, è cupo vortice, è fumo denso. E i massi. I massi si scorgono a migliaia, di varie dimensioni: lanciati per aria, circondati da una nuvola di ceneri. La maggiore parte ripiombati nell’abisso; gli altri rotolati da ogni parte, con fracasso d’inferno; i più pesanti ripiombati nell’abisso, con un tonfo; i più piccoli dal rumore più acuto. Colonia 01.10.18 Nicoletta Di Blasi |